Quando si può dire e quando si può fare....in questo caso scrivo!

domenica 16 maggio 2010

No Freedom without information



In realtà non avevo molti buoni esempi cui rifermi per questo blog. Per me è una dura esperienza che come ho già detto mi mette alla prova sul versante nuovo (e non so se buono) del web. L'unico esempio con cui mi sono confrontata è quello dell'esperienza web della blogger cubana Yoani Sanchèz. Un pò per necessità un pò per curiosità ho voluto conoscere questa figura così oscura ma dai contorni chiari. Donna, cubana, giovane con tratti somatici non proprio tipici delle sue parti grazie alla rete sta diffondendo un messaggio importante. Cuba, si sa, non gode sicuramente della più ampia libertà che noi europei "occidentalizzati" possiamo conoscere e condividere, almeno crediamo di farlo. Sicuramente già con questo blog e con le parole che spendo per cercare di "informarvi"(seppur all'interno di un corso universitario) mi fanno sentire un pò più libera. Pensare però di non essere liberi di esprimere un'opinione o anche dirla a voce bassa(o scriverla sul diario segreto invece che su un qualsiasi mezzo di comunicazione) mi rende alquanto insofferente e nervosa. E lo dico io: donna, italiana, giovane e più o meno libera. Yoani è dal 2007 che cerca di denunciare la sua situazione e quella di tutti i cittadini cubani, estendo il diritto a tutti quelli che non hanno la fortuna di vivere in un Paese libero e liberalizzante.
Nel 2007 infatti nasce il suo blog "Generation Y", una piattaforma che gestisce in assoluta segretezza da quando lo Stato cubano le da la caccia e cerca di intimidirla con ogni mezzo possibile. Un pò come accadeva durante i regimi fascista o nazista quando il dissenso cominciava a prendere piede. Quelli sono altri tempi ma Cuba li conosce ancora. Eppure, è strano cercare di migliorare qualcosa? Non è normale dire ciò che si pensa? Perchè i diritti fondamentali non hanno piena attuazione nel 2010?Yoani si chiede questo. Ama il suo Paese, ama la sua gente. Si tratta però di un amore malato, non corrisposto. Cuba e il regime non hanno voglia di ascoltare quello che Yoani ha da dire e per impedirle di farlo usano tutti i mezzi possibili. Prima le minacce al marito, poi a lei, le proibizioni, impedimenti a lasciare il Paese per ricevere importanti premi. Ora il rapimento, la violenza. Questo è ciò che un Paese e il suo governo deve insegnare alla sua gente? I cubani sono terrorizzati e per questo tacciono. Yoani ha scelto di non farlo. Yoani non tace e parla attraverso la rete nonostante essa a Cuba sia regolata, controllata e censurata da appositi esperti del regime. Il messaggio è libertà di informazione perchè senza informazione non c'è libertà. Non mi sembra così assurdo nè falso.
Questa esperienza è una di quelle che condivido del mondo virtuale. Una cosa va fatta purchè serva. Yoani ha ancora tanti problemi da affrontare eppure va fino in fondo. Non può essere intervistata e quindi lascia al web le sue testimonianze attraverso video, foto e ovviamente le parole del suo blog. Non può partecipare alle manifestazioni che condivide, per farlo si maschera. Non può lasciare il suo Paese e decide allora di non fuggire. La dignità non è la sola cosa che la spinge a far tutto questo ma anche la voglia di essere ascoltata dal suo Paese e dala sua gente.
Io ci credo e voi?

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