Quando si può dire e quando si può fare....in questo caso scrivo!

martedì 25 maggio 2010

L'arte degli animali


Incredibile.L'hanno chiamto Kung Fu Orso ed è un vero talento. L'orso di razza asiatica dal pelo scuro protagonista di questo video si chiama Cloud. Il video si trova in rete già da un pò di tempo ma è stato riproposto, senza musica, per difendersi dalle accuse di essere un falso.Invece è proprio vero e alquanto sorprendente.
Anche gli animali comunicano, alla grande!(a volte anche più di noi esseri umani)

Da Berlusconi a Berlusconi


Evviva la democrazia. Evviva la libertà di opinione. Evviva la libertà di farsi i fatti propri, anche se si è un capo del governo.
Invito tutti a leggere il contenuto di questo link.I commenti si sprecherebbero.
A presto con il prossimo post.

http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE64O0DI20100525

lunedì 24 maggio 2010

Un pizzico di interculturalità




"Mane e Mane"-"Canta Palestina"
Enzo Avitabile è un grande della mia terra. La Campania. Troppi la identificano solo con Napoli e tutto ciò che di negativo si sente. Non è una bugia, i problemi ci sono ma cerchiamo di prendere/apprendere anche il meglio.
La cultura e le tradizioni sono il sale della vita, almeno della mia.E quando queste si mescolano tra di loro creano una magia travolgente, oltre che un piacere e una ricchezza immensa.
Una canzone, anche se in una lingua diversa dalla nostra(tra cui anche un dialetto)può essere comunicazione e ancor di più della comunicazione istituzionale, può essere una forte fattore di consenso, senza brand, senza marketing, volendo anche senza scopi di lucro.
Per un mondo(per non dire un'Italia)consenziente.

Comunicazione istituzionale...se ho capito bene!


Dal momento che alla lezione del venerdì arrivo sempre con un certo ritardo e una certa fretta, non riesco mai a portare con me un qualsiasi strumento tecnologico che mi permetta di avere testimonianze audio/video dei contenuti. Per questo, nel post precedente ho preferito pubblicare un video trovato su youtube. Fortuna o caso ha voluto che, durante la mia ricerca, trovassi proprio un contributo del nostro professore sul tema affrontato la scorsa lezione: La Comunicazione Istituzionale.

La comunicazione istituzionale si può definire come il tipo di comunicazione realizzata in modo organizzato da un’istituzione o dai suoi rappresentanti, e diretta alle persone e ai gruppi dell’ambiente sociale in cui svolge la sua attività. Ha come obiettivo stabilire relazioni di qualità tra l’istituzione e il pubblico con cui si relaziona, acquisendo una notorietà sociale e un’immagine pubblica adeguata ai suoi fini e attività.

Questo è ciò che apprendo dalla mia prima ricerca.
Le caratteristiche della comunicazione istituzionale sono particolari. Quindi, è opportuno distinguerle dalle caratteristiche comuni della comunicazione, per esempio, del marketing.

La comunicazione istituzionale è un nuovo concetto connesso al marketing, alla pubblicità e alle relazioni pubbliche e cerca di trasmettere la personalità dell’istituzione e i valori che la fondano. Attraverso la comunicazione istituzionale, l’istituzione cerca di mettersi in relazione con i membri della società in cui è presente, contribuendo al bene comune attraverso i suoi fini specifici. L’identità di un’istituzione viene trasmessa attraverso la comunicazione insieme ai valori e agli obiettivi, che però sono insiti nella comunicazione. In questo modo la logica comunicativa diventa fondamentale. Le istituzioni sono responsabili delle loro azioni davanti alla società e nella loro comunicazione deve avere molto presente questa responsabilità. Esistono tre possibili elementi - che non sempre coincidono nella comunicazione di un’istituzione:
-quello che l’istituzione è
-quello che dice di essere
-quello che gli altri percepiscono.
Una buona comunicazione istituzionale cerca l’armonia fra i tre elementi facendo in modo che si identifichino. Essa deve evitare che l’immagine che si comunica non corrisponda alla realtà o che l’istituzione sia percepita in modo equivoco o che la percezione non coincida con la realtà. La comunicazione istituzionale non si identifica solo con l’informazione offerta da coloro che coordinano le attività comunicative dell’impresa.
Esiste un tipo di comunicazione che è informale: quella che trasmettono coloro che, con il loro modo di agire e di procedere ,formano l’istituzione. Infatti, anche se non sono investiti di autorità sono percepiti come parte rappresentativa dell’organizzazione. Ogni atto realizzato da un’istituzione ha, pertanto, una ripercussione sociale che molte volte viene interpretata dalla società come comunicazione istituzionale. La comunicazione istituzionale tende a gestire tutti i contatti comunicativi dell’istituzione e dei suoi membri con i diversi tipi di pubblico, sia esterno che interno.

La comunicazione istituzionale si realizza attraverso un programma che normalmente
richiede quattro fasi:
1) ricerca: è lo studio in profondità dell’istituzione e del pubblico con
cui entra in contatto, per individuarne carenze, capacità competitive, sfide future e opportunità
possibili;
2) programmazione: creazione di una strategia comunicativa sviluppata per un
certo periodo, avendo come base l’informazione raccolta nella fase precedente;
3)realizzazione: è la messa in atto effettiva della strategia programmata, d’accordo con gli
obiettivi tracciati;
4) valutazione: è il valore attribuito ai risultati ottenuti, confrontandoli con
gli obiettivi inizialmente programmati, in funzione di criteri previamente stabiliti.
Esistono vari tipi di comunicazione istituzionale.
Negli ultimi tempi sono proliferati dipartimenti e uffici di comunicazione con una presenza all’interno dell’impresa che varia secondo i casi. In molti casi gestiscono le relazioni con i mezzi di
comunicazione; coordinano le attività di marketing, le relazioni pubbliche e la pubblicità; gestiscono la comunicazione all’interno dell’istituzione e si occupano dei contatti con i clienti attuali e potenziali.
La comunicazione istituzionale si è applicata con pari efficacia ad altre aree della vita sociale, rispondendo all’identità propria di ogni istituzione, un’identità che determina il tipo di messaggio, le varie audience, i mezzi, i fini più appropriati. Per questo la comunicazione di un’istituzione commerciale si distingue da quella realizzata da un’istituzione religiosa, poiché le identità specifiche comportano modi propri di agire - dicomunicare - diversi tra loro. Anche un’istituzione pubblica possiede caratteristiche specifiche che la differenziano da istituzioni ricreative senza scopo di lucro, o da partiti politici. Tuttavia, tra i vari tipi di istituzioni esistenti , affiorano anche somiglianze comunicative.

Nuovi modelli di Comunicazione istituzionale


martedì 18 maggio 2010

Ciò che non so di Google


A differenza di quanto il Prof.Alfonso ha suggerito, per capire cosa è davvero Google mi sono rivolta ai signori di Wikipedia.

Riporto qui la definizione iniziale, tipica di ogni descrizione di Wikipedia:

Google è un motore di ricerca per internet, oltre a inidicizzare e catalogare il World Wide Web, si occupa anche di immagini, foto, newsgroup, notizie, mappe e video e delle pagine che indicizza Google mantiene una copia cache.

Ho accolto la definizione dell'Enciclopedia web più diffusa ed immediata proprio perchè è di facile comprensione.

Io utente, vedo google padrone di ogni mia ricerca. Forse perchè non sono a conoscenza di altri motori di ricerca o forse non ho voglia di utlilizzarli perchèè l'abitudine, come al solito, è sintomo anche di pigrizia. Google è una vera e propria industria e posso constatare che utilizzo sempre e solo quello. Su Wikipedia leggo ancora:

Google è in grado di effettuare una ricerca su milioni di pagine Web in alcuni millisecondi, di indicizzare un elevato numero di contenuti al giorno e di fare molti mirror e istanze dello stesso processo informatico su più server.

Dove mirror vuol dire letteralmente specchio e più tecnicamente "copia esatta di un insieme di dati".

Dati tecnici a parte, Google ha avuto anche un certo numero di controversie che riguardano soprattutto il copyright. Dicesi copyright(=diritto di copia) l'insieme di norme sul diritto d'autore in vigore nel mondo anglosassone e nel mondo statunitense. Le norme sul diritto d'autore vigenti in Italia differiscono leggermente da quelle tradizionali.

Proprio in questo periodo Google potrebbe essere soggetto di indagini delle autorità tedesche e americane in seguito alla dichiarazione, da parte dell'azienda, di aver involontariamente raccolto delle informazioni sensibili sulle reti wireless.

Il Financial Times riferisce che Peter Schaar, commissario tedesco per la protezione dei dati, afferma che "la più importante azienda nel mercato di internet è venuta meno alle normali regole" e per questo chiede indagini più accurate.Google ha, infatti, spiegato che durante una raccolta di immagini e foto per il servizio Street View, ha raccolto per errore delle informazioni personali che potrebbero contenere, secondo un esperto di sicurezza informatica, messaggi mail e password. Google ha rimediato dicendo che si sarebbe messo in contatto con le autorità di regolamentazione per stabilire come disfarsi dei dati(che l'azienda dichiara, comunque, di non aver utilizzato).

Io non utente, poco informaticamente alfabetizzato, non ci capisco nulla.

domenica 16 maggio 2010

No Freedom without information



In realtà non avevo molti buoni esempi cui rifermi per questo blog. Per me è una dura esperienza che come ho già detto mi mette alla prova sul versante nuovo (e non so se buono) del web. L'unico esempio con cui mi sono confrontata è quello dell'esperienza web della blogger cubana Yoani Sanchèz. Un pò per necessità un pò per curiosità ho voluto conoscere questa figura così oscura ma dai contorni chiari. Donna, cubana, giovane con tratti somatici non proprio tipici delle sue parti grazie alla rete sta diffondendo un messaggio importante. Cuba, si sa, non gode sicuramente della più ampia libertà che noi europei "occidentalizzati" possiamo conoscere e condividere, almeno crediamo di farlo. Sicuramente già con questo blog e con le parole che spendo per cercare di "informarvi"(seppur all'interno di un corso universitario) mi fanno sentire un pò più libera. Pensare però di non essere liberi di esprimere un'opinione o anche dirla a voce bassa(o scriverla sul diario segreto invece che su un qualsiasi mezzo di comunicazione) mi rende alquanto insofferente e nervosa. E lo dico io: donna, italiana, giovane e più o meno libera. Yoani è dal 2007 che cerca di denunciare la sua situazione e quella di tutti i cittadini cubani, estendo il diritto a tutti quelli che non hanno la fortuna di vivere in un Paese libero e liberalizzante.
Nel 2007 infatti nasce il suo blog "Generation Y", una piattaforma che gestisce in assoluta segretezza da quando lo Stato cubano le da la caccia e cerca di intimidirla con ogni mezzo possibile. Un pò come accadeva durante i regimi fascista o nazista quando il dissenso cominciava a prendere piede. Quelli sono altri tempi ma Cuba li conosce ancora. Eppure, è strano cercare di migliorare qualcosa? Non è normale dire ciò che si pensa? Perchè i diritti fondamentali non hanno piena attuazione nel 2010?Yoani si chiede questo. Ama il suo Paese, ama la sua gente. Si tratta però di un amore malato, non corrisposto. Cuba e il regime non hanno voglia di ascoltare quello che Yoani ha da dire e per impedirle di farlo usano tutti i mezzi possibili. Prima le minacce al marito, poi a lei, le proibizioni, impedimenti a lasciare il Paese per ricevere importanti premi. Ora il rapimento, la violenza. Questo è ciò che un Paese e il suo governo deve insegnare alla sua gente? I cubani sono terrorizzati e per questo tacciono. Yoani ha scelto di non farlo. Yoani non tace e parla attraverso la rete nonostante essa a Cuba sia regolata, controllata e censurata da appositi esperti del regime. Il messaggio è libertà di informazione perchè senza informazione non c'è libertà. Non mi sembra così assurdo nè falso.
Questa esperienza è una di quelle che condivido del mondo virtuale. Una cosa va fatta purchè serva. Yoani ha ancora tanti problemi da affrontare eppure va fino in fondo. Non può essere intervistata e quindi lascia al web le sue testimonianze attraverso video, foto e ovviamente le parole del suo blog. Non può partecipare alle manifestazioni che condivide, per farlo si maschera. Non può lasciare il suo Paese e decide allora di non fuggire. La dignità non è la sola cosa che la spinge a far tutto questo ma anche la voglia di essere ascoltata dal suo Paese e dala sua gente.
Io ci credo e voi?

domenica 9 maggio 2010

Dalle stalle alle stelle..virtuali



Ciò che fa girare il mondo dell'editoria è l'economia. Non dico di certo una novità. L'economia fa parte di ogni singola parte della nostra vita, si insinua negli angoli nascosti e governa tutto il mondo. I gruppi editoriali si occupano, dunque, di gestire questa economia, di valutare i risultati e cercare di riparare li dove serve. Riviste, periodici, quotidiani sono tutti sottomessi alla dura legge della tiratura. Dicesi tiratura il numero medio di copie stampate in un dato periodo. Tradotto in termini nostri, la tiratura è importante per sapere se un giornale vende oppure no. Soprattutto per i giornali più "importanti" a livello nazionale, le statitistiche costituiscono pane quotidiano su cui progettare miglioramenti o nuove strategie.


Il sito http://www.adsnotizie.it/ (Accertamenti Dati Stampa) mi ha fornito i dati sulla tiratura di tutti i giornali italiani. Il caso di Repubblica è significativo. Dal 2004 al 2008 ho potuto notare quali siano stati i cambiamenti nelle cifre di questo giornale. L'analisi qui di seguito propone all'anno di riferimento le cifre, rispettivamente, di Tiratura media e Totale vendita:


2004: 786.396 - 569.252

2005: 790.586 - 570.473

2006: 799.481 - 571.181

2007: 790.862 - 564.172

2008: 710.716 - 502.601


Questi dati si riferiscono alla tiratura media del giornale in Italia. Questo aspetto non presenta nette differenze fino all'anno 2008, più o meno la tiratura è la stessa. Più significativi sono i dati che riguardano il totale delle vendite per anno, dove notiamo una netta decrescita, con un picco nell'anno 2007 fino al 2008 dove le vendite sono calate si circa 60mila copie.
Il discorso cambia quando si parla di visualizzazioni sul sito di Repubblica. Riporto i dati relativi alle visite al sito del quotidiano confrontandoli con quelli di un altro importante giornale italiano, il Corriere della Sera.
La Repubblica mediamente ha circa 3 milioni di visitatori al giorno, con una media di un minuto e trenta a pagina e una durata complessiva della visita al sito di 14minuti.
Il Corriere della Sera ha una media di circa 2 milioni e mezzo di visitatori al giorno con una durata di 2 minuti a pagina e una complessiva di 11 minuti.
Ancora una volta Repubblica vince sul web. Un mix di novità, curiosità, grafica attraente, temi specializzati ha decretato ancora una volta un successo.
Bocciata la carta, promossa quella virtuale.

martedì 4 maggio 2010

La speran..Ansa on line



Dalla cronaca alla politica, dalla cultura allo sport. Più o meno il dato oggettivo è sempre presente, deve esserlo, altrimenti che giornalismo sarebbe. Si sa, i giornalisti migliori per essere definiti tali hanno bisogno di qualcosa in più. Qualcuno è più espressivo, altri sono più crudi, altri ancora più emotivi: pochi sono vermanete originali.
Originalità. Non necessita di criteri fondamentali, non si studia come disciplina non si applica tramite teoremi e formule. Eppure tutti cerchiamo di essere originali, con scarsi risultati direi. In realtà questo è un problema grande dell'informazione, soprattutto quella on line. La continua rincorsa del tempo on line straccia le testate cartacee. Il giornale on line, infatti, ha la funzione fondamentale di fornire informazioni in tempo reale (quello che la carta stampata non può fare!). Fare ciò significa analizzare continuamente (anche ogni minuto) e selezionare le numerose agenzie di stampa che affollano la posta elettronica di tali giornali. Per questo accade spesso(direi sempre) che le notizie riportate si riducono ad un copia e incolla inesorabile delle agenzie di stampa. Sicurmente un "plagio legale" che ovvia la mancanza di tempo utile per rielaborare i fatti. Non un giudizio ma un quesito: il giornalista del web è un giornalista nel vero senso della parola?
Ci rifletterò a breve...